Il Thai institute for development and administration di Bangkok, ha calcolato che il 70 per cento del prezzo pagato da un turista ritorna nel suo Paese d’origine;
in Kenya la percentuale tocca l’80 per cento e punte più alte nei Caraibi.
I viaggi di turismo detto responsabile, progettati per avere il minor impatto sull’ambiente e sulle culture locali, lasciano invece nella comunità del Paese che si visita almeno il 40 per cento del prezzo pagato per l’intero soggiorno.
I Tour Operator di questo settore sono organizzazioni, spesso non-profit, attente alle scelte dei luoghi da visitare, agli alberghi, alle guide turistiche. Chi “viaggia responsabile” riscopre inoltre il piacere di riappropriarsi del tempo: programmi flessibili lasciano spazio a incontri e a visite non rigidamente programmati a occasioni di scambio con altre culture.
Se stai cercando maggiori informazioni sul turismo responsabile o vuoi partire per un viaggio, visita il sito di RAMviaggi.
Non sempre però un viaggio “etico” deve essere lungo o in posti lontani.
Ci sono organizzazioni di commercio equo che collaborano con organizzazioni e strutture locali nell’offrire percorsi di conoscenza di luoghi a due passi da casa che ci sono sconosciuti. Per scoprire la ricchezza dell’ambiente – campagna, mare, montagna, villaggi rurali -, immersi in una natura rilassante, in strutture gestite nel rispetto del territorio circostante, dove le proposte di svago sono pensate sulle nostre esigenze, gustando sapori autentici e genuini.
Si veda l’esperienza di Garabombo l’Invisibile nella provincia di Imperia.